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Attività di Servizio

PIEVE SANTA MARIA A CHIANNI - Gambassi Terme (Fi)



LA STORIA

La Pieve di Santa Maria a Chianni è uno dei gioielli più preziosi dell’intera Valdelsa. Un luogo che trasuda di storia millenaria. Sorge lungo il vecchio tracciato della Via Francigena, quello che fu percorso da Sigerico, Arcivescovo di Canterbury, prima dell’anno Mille, tra il 990 e il 994. E’ una delle soste segnate sul suo famoso diario. Oggi Chianni rappresenta il punto di arrivo della Tappa 30 della Via Francigena Toscana, da San Miniato a Gambassi Terme. Da qui si prosegue poi verso San Gimignano. La sua esistenza risale dunque al X secolo anche se della pieve preromanica resta solo il basamento a pianta basilicale ritrovato sotto il transetto. La riedificazione di Santa Maria a Chianni nelle forme attuali, è databile tra la fine del XII e l'inizio del XIII secolo.


LA FACCIATA

Semplice e spoglia è la facciata in pietra arenaria con la sola parte centrale arriccchita da tre arcate cieche sorrette da semicolonne. Dentro l’arco maggiore, sovrastato da una lunetta, è inserito il portale d’ingresso. Al di sopra di una semplice cornice orizzontale troviamo due ordini di loggette pensili (5 archi con soprarco ciascuna) e all'interno della loggetta centrale superiore, si apre una finestrella, che dà luce all’interno. Dalla facciata, si intuiscono gli interventi di consolidamento strutturale operati nel tempo. Esempio ne sono i tiranti in ferro ai lati delle loggette e i contrafforti che affiancano il portone, risalenti al 1842, quando la facciata minacciava di crollare.

L’INTERNO

Entrando, la chiesa è piuttosto buia, ma particolarmente suggestiva. L’interno è suddiviso in tre navate separate da due file di archi a tutto tondo che si reggono su possenti colonne in arenaria calda e senza intonaco. Basamenti e capitelli non sono tutti uguali. Ciascuno ha una foggia diversa. Il primo capitello della navata di sinistra è addirittura firmato dal presunto scultore. L'Altare Maggiore si trova sotto una volta a botte nella parte sopraelevata centrale del transetto. Alle spalle un organo a canne e, sospeso a mezz’aria, un crocifisso ligneo su fondo oro. Nel transetto sinistro è conservato un prezioso ciborio commissionato nel 1634 dall’ arciprete Pinucci e restaurato nel 1972. Nei primi anni del 1500 furono eseguiti importanti lavori di restauro che trasformarono profondamente l’aspetto della Pieve. L’abside sul retro, originariamente semicircolare, fu rifatta a pianta rettangolare; furono smantellati i 5 altari presenti lungo le pareti e altri interventi riguardarono il coro, la sagrestia e all’area battesimale che si trova in una zona rialzata in fondo alla navata destra.


AREA BATTESIMALE

Il rifacimento dell’area battesimale è del XVI secolo, ma la pavimentazione e la vasca di granito decorata a baccellature risalgono alla metà del ‘400. Stessa epoca per la lunetta con Dio Padre benedicente adorato da una coppia di angeli, attribuibile a Raffaellino del Garbo, artista fiorentino cresciuto nella bottega di Filippino Lippi stando alle notizie riportate nelle Vite di Giorgio Vasari. Il Battesimo di Cristo sulla parete, ha sostituito invece gli affreschi originari alla fine dell’Ottocento. Sulla sommità dell'arco che ospita la lunetta troviamo lo stemma cardinalizio della famiglia Soderini. Anche questo serve per datare l'intervento dopo il 1503, anno in cui Francesco Soderini, vescovo di Volterra, divenne Cardinale.


IL PULPITO LIGNEO

Fra gli arredi, degno di nota il Pulpito ligneo. Fu collocato nel 1520 intorno all’ultima colonna della navata sinistra, nascondendo così gli affreschi sul pilastro.


QUADRI

Alle navate laterali sono appesi grandi dipinti a olio su tela risalenti al XVI e XVII secolo, che si presentano in pessimo stato di conservazione. La nostra visita prosegue adesso dentro l’Ostello Sigerico allestito dove più di mille anni fa viveva una vivace comunità clericale.

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